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Data

29 May 2023

Scritto da

Francesca Battistella

Come si scrive un giallo, ma non solo - PARTE PRIMA

“Il punto cardine di un giallo è che il segreto dev’essere semplice.” - Gilbert K. Chesterton, Come si scrive un giallo, Sellerio (2019)

Nel 2020 con l’amica, direttrice del giornale online Gli amanti dei libri, conduttrice di corsi di scrittura creativa e ottima insegnante d’italiano Barbara Bottazzi, avevamo immaginato un corso su come scrivere un libro o un racconto giallo o un thriller o un noir. Inutile dire perché il corso non è mai partito. Impegni a parte, c’è stato quell’intoppo assai sgradevole chiamato Covid19 che, oltre a seminare morte e devastazione ovunque nel mondo, ha fermato la vita, i propositi, le attività di tutti noi. Ma di questo si è parlato fin troppo.
All’epoca, la mia carriera di giallista pareva promettente e mi piacque dedicarmi alla lettura di testi specifici scritti nel tempo da autori famosi in questi generi come il su nominato Chesterton (sua la serie di Padre Brown) o la straordinaria Patricia Highsmith o Stephen King con il suo On writing. Già, perché se si scrivono apprezzati libri gialli - stavolta parlo di me, non dei maestri - questo non vuole necessariamente dire che si sia anche capaci di spiegare come farlo. Insomma, si può essere dei ‘natural’ che hanno appreso solo dall’esperienza come svolgere un determinato compito. Succede.
Ho dunque provato a buttar giù le linee generali di questo benedetto corso, uno fra i tanti, visto che la rete e la realtà pullulano di autori di gialli, thriller e romanzi che reclamizzano le proprie scuole di scrittura con maggiore o minore successo. Sia chiaro che io non faccio réclame a nessuno, men che meno a me stessa. Siamo qui per divertirci, forse per scoprire un paio di trucchi ignoti anche ai più accaniti lettori di gialli, thriller e noir e magari per sentire cosa ne pensano gli scrittori di questi generi, sempre che ne abbiano voglia. Cominciamo col dire che fra i tre generi c’è una bella differenza, ma forse lo sapete già. Se si decide di scrivere un thriller è bene ricordare che gli avanzamenti della trama sono rapidi e repentini, i colpi di scena si susseguono con un ritmo da mozzare il fiato e se proprio non ce la fate, allora dovrete puntare sull’incalzare delle vicende al contorno, compito non facile. Nel giallo e nel noir, invece, avete più tempo per le parentesi descrittive, persino per dialoghi che esulino dal ‘plot’ investigativo, ma guai a strafare: la vicenda gialla/noir ha sempre la precedenza. Nel noir, poi, ogni confine è sfumato, ci sono forse meno regole e più libertà di azione la qual cosa, lungi dal facilitare il compito, presenta innumerevoli insidie. Si possono introdurre temi di carattere sociale, politico o antropologico, ma per quanta libertà venga concessa a queste digressioni, mai dimenticare che non state tenendo un comizio o una conferenza, ma siete sulla scena di un crimine o comunque nelle sue vicinanze.
Simile discorso per il giallo con alcune precisazioni che valgono anche per gli altri generi citati: un delitto è parte della natura umana, ahimè, ed è di questo che bisogna parlare. Del criminale, del lato oscuro presente in lui, ma pure in ciascuno di noi; della giustizia e della sua soggiacente etica; del perché quel particolare atto criminale sia stato commesso e su come e con quali armi chi investiga riuscirà a capire chi è il colpevole e, ci auguriamo, a catturarlo. E la/le vittima/e? Contano, eccome. Siano esse l’obiettivo primario dell’assassino o criminale, o un semplice danno collaterale, non vanno trattate con noncuranza. Il ‘perché quella particolare persona e non un’altra’ è parte integrante del quadro investigativo. E per finire, mi piace ricordare che esiste ancora un giallo tradizionale basato sul modello deterministico e un giallo metafisico dove a farla da padrone è il caso come ne La promessa di Dürrenmatt - un Requiem per il giallo che tutti dovremmo leggere. E infine, non importa quanto oggi si parli di ‘commistione di generi’ e come abbia sparigliato le regole del giallo tradizionale, non dovremmo mai dimenticare che un’indagine su un crimine sempre un’indagine resta, il lavoro da svolgere è questo.
E le regole da seguire, ci sono? Eccome! A cominciare dal famoso decalogo di Knox del 1929, divertente e un tantino sorpassato, anche se non del tutto, o ignorato da molti autori contemporanei:

  1. Il colpevole deve essere un personaggio che compare nella storia fin dalle prime pagine.
  2. Tutti gli interventi soprannaturali e paranormali sono esclusi dalla storia.
  3. Al massimo è consentita solo una stanza segreta o un passaggio segreto.
  4. Non possono essere impiegati veleni sconosciuti;
    inoltre non può essere impiegato uno strumento per il quale occorra una lunga spiegazione scientifica.
  5. Non ci dev’essere alcun personaggio cinese nella storia.
  6. Nessun evento casuale dev’essere di aiuto all’investigatore, né egli può avere un’inspiegabile intuizione che alla fine si dimostra esatta.
  7. L’investigatore non può essere il colpevole.
  8. L’investigatore non può scoprire alcun indizio che non sia istantaneamente presentato anche al lettore.
  9. L’amico stupido del l’investigatore, il suo dottor ‘Watson’, non deve nascondere alcun pensiero che gli passa per la testa: la sua intelligenza dev’essere impalpabile, al di sotto di quella del lettore medio.
  10. Non ci devono essere né fratelli né gemelli né sosia, a meno che non siano stati presentati correttamente fin dall’inizio della storia.

Insomma, lascio ai lettori forti di gialli ogni possibile considerazione legata a quanto sopra. Riporto invece quanto scritto da Hans Tuzzi, colto e meraviglioso scrittore di genere:

  1. Un giallo esige sempre un omicidio: e La lettera rubata di Edgar A. Poe allora?
  2. Un giallo prevede che il colpevole sia individuato e punito. Però questo non accade ne La fine è nota di Holiday, ne La promessa di Dürrenmatt o in Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie.
  3. Non si deve mai anticipare il movente, ma Rex Stout lo fa in Nero Wolfe. 4. Il lettore deve ignorare l’identità del colpevole fino alla fine, ma allora come spiegare il grande successo del Tenente Colombo?

Per ora basta così. E soprattutto: basta regole! Che tanto, poi, ognuno fa cosa vuole.
In futuro vi parlerò di trame, suspence, ispirazione e come documentarsi.


Ricordate un giallo o un thriller o un noir che vi hanno particolarmente colpiti? E se sì, ricordate anche perché?


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