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Data

31 December 2023

Scritto da

Francesca Battistella

Caro Babbo Natale ti scrivo…così mi distraggo un po’

Vi ricordate le letterine che da piccoli scrivevamo a Babbo Natale? O erano indirizzate a Gesù Bambino? Il quale, poverello, manco faceva in tempo a nascere che già si vedeva caricato da una caterva di impegni più di un capo di Stato o del Papa in persona.


Si trattava di richieste e buoni propositi, promesse di comportarci bene a fronte di un qualche regalo al quale tenevamo moltissimo. E poi, in piedi su una sedia, ne davamo lettura a genitori e parenti vari. Il biglietto utilizzato lo sceglievamo con cura in cartoleria. Parte esterna, contenente un interno bianco separato dove avremmo scritto, con un’immagine natalizia piena di lustrini. Li ricordo abbastanza pacchiani questi benedetti bigliettini, con tutto quello scintillio di porporina che ti rimaneva appiccicato alle dita e il terrore, come conseguenza, di rovinare l’effetto quando li avremmo squadernati davanti al parentado… Ma forse sono solo io a ricordarli così perché i ricordi, si sa, sono menzogneri e cambiano da persona a persona. Adesso non si usa più. Mai visti i miei nipoti fare qualcosa di simile. A stento ti mandano un whatsapp con il dono richiesto. Piuttosto delegano la madre che lo comunica con poche ma sentite parole. Ormai preferiscono la vil pecunia e hanno pure ragione. A mia memoria, insieme al regalo che uno voleva e non sempre otteneva, arrivavano cose del tutto inutili anche se belle, un po’ come succede per i regali di nozze nonostante le liste. Almeno i miei nipoti, oggi, si comprano quello che vogliono. Ora, siccome ho raggiunto un’età in cui non ho davvero bisogno di nulla, oltre a non avere più genitori ai quali presentare i miei desiderata - con mio marito ci accordiamo prima su quello che ci farebbe piacere ricevere, anche se lui una sorpresa me la fa sempre - ho deciso di scrivere direttamente a Babbo. Mi auguro faccia un’eccezione per questa vecchia signora. Mi auguro sia clemente e ricordi - lui ha di sicuro una memoria da elefante - la bambina di un tempo. Stavolta non voglio regali per me, sebbene si tratti pur sempre di chiedergli qualcosa che mi farebbe piacere accadesse. E dunque: Caro Babbo Natale, spero tutto bene per te nel profondo Nord e che le renne siano in buona salute. Immagino già scalpitino al pensiero del prossimo viaggio! Credo tu sia rimasto in Lapponia dal Natale passato e siccome ritengo tu non abbia una televisione - io che ce l’ho cerco di guardarla il meno possibile - non credo sappia ancora a che razza di spettacoli sarai sottoposto nel corso del tuo lungo giro intorno al mondo. Se pensi che le cose siano migliorate rispetto al Natale scorso, scordatelo. Russia e Ucraina continuano a farsi la guerra in un orrore senza fine. Però, ti prego, oltre a regalare cibo e abiti caldi a quel povero Paese martoriato che nei secoli ne ha viste di tutti i colori, dovresti portare una parola di conforto anche a diverse famiglie russe le quali, per colpa di quel pazzo furioso del loro presidente, se la passano parecchio male. Sei equanime e capirai. Poi, quando scendi verso Sud non ti spaventare per quello che vedrai in Palestina. Ancora non lo sai, ma hanno ricominciato a suonarsele anche lì. Sì, è già successo, ma sta succedendo di nuovo ed è orribile. Temo ne sarai devastato e non so proprio cosa chiederti di fare. Regalare valanghe di buon senso a tutti i contendenti? Una cascata di tolleranza e amore? Pani ricolmi di misericordia da mangiare ogni giorno? Torte farcite con la convinzione che si può convivere senza sopraffarsi a vicenda? Un sistema di azzeramento della memoria storica? Recitargli quella bella poesia di Rodari contro la guerra? Vedi tu. Qualunque cosa pur di farli smettere. Quanti bambini infelici e quanti già morti. No. Non è concepibile. E poi chissà se sei capace di manomettere le fabbriche che producono armi? Ah, dici che non serve. Che troverebbero altri sistemi per farsi fuori a vicenda. Loro, come tutti gli altri? Può darsi, ma un tentativo lo farei, hai visto mai. Perché, a parte queste due guerre che i media ci raccontano tutti i giorni, ne vedrai tante altre di cui nessuno parla. Guerre vere, ma silenziose e dimenticate perché non fanno notizia, e guerre familiari, piccine e crudeli dove spesso, quasi sempre, sono le donne a soccombere. Chissà cosa potresti fare in questo caso tu che alla fin fine sei un uomo, ma di quelli gentili, che si mettono nei panni degli altri, vero? E poi guerre per la sopravvivenza quotidiana che vedrai combattere da tutti i viventi, a due e a quattro zampe. Guerre negli ambienti di lavoro per affermarsi magari a scapito di qualcun altro. Guerre condotte da imbroglioni e ladri, di cui è pieno il mondo, dove a perdere sono sempre gli onesti, i corretti. Hai ragione, la lista è lunga e io sono peggio di John Lennon con il suo Imagine, credo ancora in un mondo utopico di amore, uguaglianza e reciproco rispetto, di comprensione e compassione. Che poi, quando si può, non è mica così difficile fare del bene e inoltre fa stare meglio, in pace con se stessi e con gli altri. Non funziona così? E se ci provassimo? Un pezzetto alla volta, tutti insieme. Insomma, caro Babbo Natale, fai del tuo meglio che è già tanto, ma non deludermi. Almeno tu, non deludermi. Dici che era meglio se scrivevo a Gesù Bambino? O se mi rivolgevo ancora più in alto? Ci proverò, se insisti, ma credo che tra noi due ci si intenda meglio. Grazie, caro Babbo, e alla prossima.


E voi? Cosa vi piacerebbe scrivere a Babbo Natale? Cosa vi piacerebbe ricevere in dono quest’anno?


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