E io? Io speriamo che me la cavo.
2024 annus horribilis, ma non del tutto.
Proprio vero che ci sono anni che rispettano il famoso detto ‘anno bisesto, anno funesto’. E il 2024 non ha voluto essere da meno. Hai visto mai che i suoi fratelli passati lo dovessero svilire per essersi comportato con misericordia! Nulla ci è stato risparmiato, nel macro come nel micro. L’ennesimo conflitto arabo-israeliano - ma quello era un regalo del 2023 -, la guerra fra Ucraina e Russia che sembra non finire mai, morti sul lavoro e femminicidi in aumento, disastri ambientali, l’elezione di Trump alla Casa Bianca (le Borse esultano, io sono terrorizzata), e chissà quanto altro che nel frattempo ho rimosso per conservare la sanità mentale. Ripeto, niente ci è stato risparmiato. Nel mio piccolo posso annoverare la morte di una carissima amica, un dente spezzato di netto con successiva rimozione della radice e del suo compagno (avete idea di quanto costino due impianti?), la fine repentina del mio i-Pad a maggio (ma di questo ho già parlato in un blog precedente), il frigo che muore il 14 di agosto con gli ospiti in arrivo, incidenti vari occorsi al mio amato bene e, per finire, un daino che ha scambiato parabrezza e tettuccio della mia auto per un trampolino di lancio verso il folto del bosco.
Un’esperienza che sconsiglio vivamente e alla quale sono sopravvissuta senza danni fisici solo perché, come ho avuto modo di sostenere più volte, il mio Angelo Custode è il gemello di Schwarzenegger. Come la Regina Elisabetta II avrebbe detto, mi sento di affermare che il 2024 è stato un annus horribilis. Non per tutti quelli che conosco, certo. Per alcune amiche e alcuni amici è stata un’ottima annata. Buon per loro. Che dire? Però, per essere equanimi, bisogna anche ricordare il bene ricevuto. E dunque elenchiamo le cose positive accadute quest’anno, che mi auguro abbia ormai esaurito la sua negatività. La première del libro di Sara Rattaro “Io sono Marie Curie” a marzo a Castelletto Ticino in una biblioteca straboccante di pubblico.
Ci siamo divertite e abbiamo entusiasmato. A questa, nel corso dell’anno, sono seguite presentazioni con autori a me noti o mai incontrati prima, tutte però interessanti e di ottimo livello. Incontri piacevoli, come sovente accade in presenza di persone intelligenti e argute. Così è stato per Olimpia De Girolamo, Emilia Covini, Franca Pellizzari, Massimo Salomoni, Erica Gibogini, Matteo Severgnini e Ferdinando Pastori, Daniele Scaglione con il suo ottimo libro “Rwanda. Istruzioni per un genocidio”, Enrico Pandiani con il suo “Naufragio” ultimo capitolo dedicato alla banda dei quattro latitanti più ricercati di Francia, Carlo Calabrò con “Meccanica di un addio”, esordio di tutto rispetto nel noir - finalista al Premio Scerbanenco 2024 - di un giovane bioingegnere intelligente, colto e pieno di vita.
Ho invece mancato la premiazione di Scritture di lago a Villa Erba a Como a causa di un incidente domestico (ma va’?!) cosa che mi è molto dispiaciuta. In compenso sono riuscita a partecipare a un certo numero di presentazioni del nostro volume Delitti di lago 7, belle occasioni per rivedere colleghi scrittori ormai amici, farsi due risate, scambiare un abbraccio e magari mangiare qualcosa insieme, in allegria. E poi, ogni settimana, ho la mia pagina dei libri su Settimanale Giallo nonché le recensioni per Gli Amanti dei libri e Luoghi di libri (Grazie della fiducia, Albina Perri, Barbara Bottazzi e Simona Coppero!). E ho persino scritto alcuni racconti per il settimanale Confidenze prima che altre sventure mi piombassero addosso. I libri. L’ho già detto e scritto chissà quante volte, sono la mia vita, un’ancora di salvezza, un rifugio dai pensieri negativi, dalle memorie tristi, dal tempo che passa, inesorabile. Una fuga dalla realtà? Forse anche questo, ma che male c’è se la realtà è quella attuale? Quest’anno, tra i molti libri letti, ho amato in modo particolare ‘Jerusalem Suite’, Neri Pozza, di Francesco Battistini, un viaggio a Gerusalemme lungo decenni attraverso la storia di un singolare hotel che sogno un giorno di visitare. Ve lo consiglio vivamente. E sull’onda dei libri si è svolto un bellissimo viaggio a Ferrara e Ravenna in ottobre, organizzato dal Circolo dei libri di Michele Fazioli, giornalista della RSI e grande amante della letteratura. Lo scopo, oltre a quello di godere di un’ottima compagnia e di cibo squisito, era ripercorrere le orme di Giorgio Bassani. Un pellegrinaggio denso e commovente culminato nella visita al cimitero ebraico e alla tomba dell’autore, in una Ferrara nebbiosa e a tratti piovosa ma pur sempre splendida.
Ancora oggi ho davanti agli occhi il lungo Corso Ercole I d’Este fiocamente illuminato dai vecchi lampioni. Nessun negozio, il Palazzo dei Diamanti, l’acciottolato lucido di pioggia, gli alti muri dai quali spuntano chiome di alberi (il giardino dei Finzi Contini?), in fondo l’oscurità della notte e la voglia di camminare non importa verso dove, solo per amore della serenità che certi luoghi ti trasmettono.
E dopo Ferrara e Ravenna con le sue meraviglie, visita alla Fondazione Franco Maria Ricci di Fontanellato e al tramonto giro - con guida! - nel labirinto del Masone, credo il più grande d’Europa, mentre gli storni si preparavano al riposo notturno fra i bambù con un fragoroso battito di ali.
Insomma, nonostante tutto, direi che me la sono cavata. Soprattutto sono ancora qui per raccontarla, la qual cosa, dopo gli eventi di quest’anno, è già di per sé un grande successo. Meglio conservare questi di ricordi e dimenticare tutto il resto, confidando in un 2025 gentile e pieno, se possibile, di cose belle.
Auguri di cuore a tutti!
E voi? Com’è andato il vostro 2024?