Aprile, il più crudele dei mesi!
Ma anche no, perché lungi dal farti impazzire, leggere è vivere altrove sereni.
Di recente, compaiono sempre più spesso sul mio indirizzo e-mail pubblicità tipo questa: Serenis, vuoi fare psicoterapia online? Forse è questo il segnale che stavi aspettando. E dagli torto ai pettegoli, intriganti voyeur dell’etere i quali, secondo mio marito ma non solo, sono in perenne ascolto delle nostre conversazioni e lamentele al solo scopo di suggerirci percorsi consoni alla risoluzione dei piccoli e grandi problemi che ci affliggono (risoluzioni buone per le loro tasche, mica per le nostre!). E comunque, ripeto, dagli torto! Da sette mesi curo la rubrica sui libri gialli, thriller, true crime, noir ecc. per il Settimanale Giallo di Cairo Editore, un cartaceo che continua a sopravvivere, nonostante il massacro in atto nel settore, grazie agli altissimi numeri di vendita in Italia e in Canton Ticino - forse anche in altri Paesi con consistenti comunità italiane. La parola chiave è: settimanale. Il numero dei libri recensiti ogni settimana: quattro. La lunghezza media dei testi pubblicati si aggira intorno alle 350/400 pagine, non chiedetemi perché ma è così, lo verifico ogni giorno e mi permetto con amore di aggiungere: a volte ne basterebbero meno senza che la narrazione perdesse di efficacia. Ma chi sono io per esprimere giudizi? In questi casi, mi viene sempre in mente un personaggio del libro di Pennacchi, Canale Mussolini, che amava ripetere: Ognun ga le so rason! Niente di più vero. Sta di fatto che, a chi mi chiede come passo le mie giornate posso solo rispondere: leggendo! La qual cosa non è completamente vera se si considera che, nel frattempo, ho due case da curare,chi mi conosce sa di cosa parlo. Pulizia, spesa, cucina, bucati e conseguente stiro e ammiro, un minimo di interazione sociale con cene o pranzi, l’occasionale presenza di figliastra e nipoti, il mio povero marito - vediamo di non dimenticarcelo -, un viaggetto ogni tanto, le recensioni per Gli Amanti dei libri e Luoghi di libri, il volume mensile da leggere per Il Circolo dei libri di Michele Fazioli, le presentazioni, un po’ qui è un po’ là, di autori e quelle dell’Antologia Delitti di lago 7, gruppo di cui faccio parte, nuovi racconti da scrivere e questo blog che negli ultimi tempi ho trascurato. Dovrei aggiungere i giovedì mattina di volontariato in Croce Rossa a Lugano e le altre attività legate a quel luogo, ma penso di avervi tediato abbastanza. Concludo dicendo che, a breve, mi arriveranno i volumi editi per il concorso comasco Scritture di lago 2024 e allora sì che contatterò Serenis! Scherzo. Per la prima volta, a quasi settant’anni, faccio una cosa che mi piace davvero e attraverso la quale ottengo non poche soddisfazioni. Dunque, zitta e mosca. Perché leggere, diciamola tutta, è un’attività meravigliosa e, ne sono convinta, i neuroni non li brucia per niente. Non solo, come recita la dichiarazione di Umberto Eco, per le mille vite che ci ritroviamo a vivere nonostante il nostro breve passaggio su questa Terra, ma perché ti allontana dal quotidiano o, almeno, lo mette in una prospettiva accettabile. Questi tempi che viviamo non mi piacciono. Tanta rabbia, livore, voglia di vendetta. Guerre inutili, con radici che affondano in un passato che si farebbe meglio a dimenticare, visto che mutarlo ormai non è più possibile. Uno spreco di vite umane giovanissime, giovani e vecchie che alla fine non servirà a nessuno. Macerie che arricchiranno con le ricostruzioni i già ricchi e non gioveranno ai sopravvissuti. Minacce nucleari che francamente trovo di un masochismo assoluto da parte di chi le pronuncia: e poi? Quando saremo al ‘muoia Sansone e tutti i filistei’ chi ci guadagnerà qualcosa? Per non parlare dei piccoli orrori quotidiani che costellano le cronache: femminicidi, abusi di minori, morti sul lavoro, incidenti. Mai ‘na gioia, viene da dire. E i media ci mettono il loro perché le moltitudini terrorizzate le governi e le controlli meglio, proprio come le famose ‘pecore matte’.
Così io leggo. Me ne vado altrove, lontano da una realtà che non posso cambiare perché è tanto più grande di me e di quel poco che potrei fare - e che per anni ho fatto senza apparente risultato - per cambiarla. Purtroppo ho smesso di credere alle parole di quella bella canzone di Michael Jackson Man in the mirror, sebbene mi auguri che altri ci credano ancora, i molto giovani in particolare (è questo che ho predicato ai miei nipoti).
Con Sara Rattaro alla prima del suo libro "Io sono Marie Curie"
Leggo e tutto intorno a me scompare. I rumori si affievoliscono, l’ansia del futuro, le preoccupazioni, i cattivi pensieri, il senso di frustrazione e impotenza diventano un lontano brusio che smette d’infastidirmi. La mia mente è concentrata sulla storia che ho davanti, bella o brutta che sia, sulla qualità della scrittura, sui personaggi, sulle descrizioni di caratteri, città, paesaggi. Sulle mappe di Google che mi accade di guardare se nei luoghi della narrazione non sono mai stata e forse mai li vedrò dal vero. Viaggio, imparo, sogno, soffro e rido in un mondo che l’autore/autrice hanno creato per i lettori e quindi per me. Un mondo che a ogni libro cambia e regala emozioni nuove e uniche. Che la mia sia una forma di anestesia dal dolore quotidiano? Può darsi, ma ognuno, credo, ha diritto di salvarsi a modo suo e di certo questo metodo non danneggia nessuno, anzi. Molti autori sono amici da tempo - da autrice, non ho mai avuto gelosie o invidie di alcun tipo - ma non per questo mi capita di leggerli scambiando i loro scritti per le persone che conosco, confondendo il prodotto con il produttore. Ciò che ho provato leggendoli a volte diventa un messaggio scritto o una telefonata di commento e così libri e scambi sociali sono un tutt’uno e la dimensione dell’umano non si perde. Perché i libri vivono una vita propria e mi trascinano con loro. Perché i libri mi permettono di non impazzire o deprimermi. Perché grazie ai libri ho conosciuto tante persone speciali che hanno arricchito la mia esistenza. Lunga vita ai libri, dunque, e Serenis cara non ho bisogno di te. Grazie!
Potreste vivere in un mondo senza libri come in Fahrenheit 451 di Bradbury?