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Data

31 May 2024

Scritto da

Francesca Battistella

Quando si dice: una catastrofe!

O anche: come rovinarsi una breve vacanza.


Da tempo seguo l’oroscopo di Simon&the Stars che trovo affascinante e spesso anche consolatorio. É un “non è vero, ma ci credo” però, in realtà, niente di cui vergognarsi o comunque da nascondere visto che mi trovo in ottima compagnia di re, regine, ministri plenipotenziari e capi di stato attuali e dell’antichità. A tutti piacerebbe sapere in anticipo come andrà la settimana che sta per iniziare, tanto per dirne una. Si fa senza troppe illusioni, un po’ per gioco un po’ per scommessa: vediamo se anche stavolta Simon ci azzecca o prende una cantonata. Ora, capita che ogni tanto Simon avverta della presenza di un Mercurio retrogrado, causa di ogni serie di sgradevoli problemi e incidenti di lieve o grande entità. Non chiedetemi i dettagli della faccenda perché non sarei in grado di fornirli. Vi basti sapere che in simili periodi può accadere che il telefonino vi caschi nel gabinetto, ci siano ritardi e intoppi inattesi in vari ambiti della vita, il motore dell’auto vi molli sotto la pioggia in mezzo a una via trafficata per poi scoprire che non aveva niente di rotto, e via andare. Paturnie oroscopiche o verità incontrovertibili? Chissà. Posso affermare che ho sperimentato sulla mia pelle le bizze di Mercurio in varie occasioni, ma temo che nella settimana dal 13 al 20 maggio di quest’anno, che è pure bisestile, il Nostro abbia dato il meglio di sé. Non ci credete? Ok. Ora vi racconto.

Lunedì 13 maggio, Vacciago, lago d’Orta, ore 14,10.

Siamo qui da Lugano per il fine settimana e pronti a ripartire su Lugano e poi per l’annuale raduno in Germania, Pforzheim, delle Motor Car, una gara alla quale mio marito partecipa da più di trent’anni con la sua piccola vettura. Un violento e gracchiante rumore ci fa correre sul balcone per scoprire che un ippocastano, morto da tempo al lato della viuzza che corre sotto casa, si è abbattuto sul tetto dei nostri dirimpettai che da due anni e passa hanno speso un capitale per rimettere a posto una vecchia casa colonica ora perfetta e completa di piscina. Strada bloccata, tetto sfondato, nessun ferito o peggio, ma per loro un danno pesantissimo. Riusciamo comunque a partire usando la parte superiore della stradina, uno sterrato a prova di motocross pieno di buche e inondato dall’acqua per la pioggia di questi giorni.

Martedì 14 maggio, Lugano, ore 18,30

Mentre pregusto i cinque giorni - gli unici nell’anno - in cui sarò ospite di un albergo immerso nella Foresta Nera godendo al pensiero che non dovrò cucinare, stirare, rifare letti, passare l’aspirapolvere e quant’altro, in cui rivedrò amici cari e passeggerò fra i boschi eterni, sto anche leggendo un libro da recensire sul mio inseparabile iPad. Un lampo bianco e poi lo schermo diventa nero. Nessuna delle manovre previste lo resuscita e il panico comincia a insinuarsi nella mia testa. Su quel rettangolo che mi accompagna da anni c’è tutto. Anzi, pardon, TUTTO. E questo TUTTO, mi chiedo con l’ultimo barlume di lucidità, sarà finito nel Cloud? Deve, per forza, altrimenti è una catastrofe immane. Mi dico che il giorno dopo, prima di partire, farò un salto al Centro Apple di via Canova e il problema si risolverà, ma dormo male.

Mercoledì 15 maggio, Lugano, ore 9,30

Il Centro Apple è un miraggio nel deserto. Una gentile signora di passaggio mi informa che nonostante la scritta che riluce sotto la pioggia battente non ha mai aperto. L’orrore si sta impadronendo di me. A quel punto non resta che partire per la Germania. Di sicuro lì mi aiuteranno con la perfetta efficienza teutonica. Nervi saldi!

Mercoledì 15 maggio, Pforzheim, ore 16,00

Mi fiondo nello Schlöss Arcade in centro città dove Google mi ha informato esserci un Centro Apple. Al banco un giovanotto corpulento dall’aria stolida prende in carico il cadaverino e ripete le stesse manovre da me tentate la sera prima, senza successo. Poi consulta un prontuario e m’informa in un inglese stento che il mio iPad è obsoleto e irrimediabilmente defunto. Sbianco in volto. Ma se ne compro uno nuovo, chiedo, poi mi aiutate a recuperare tutto dal Cloud? Il giovane scuote la testa sostenendo che delle non meglio precisate norme europee sulla privacy glielo vietano.

Giovedì 16 maggio, Pforzheim, ore 10,30

Intenzionata a non demordere e a procurarmi un nuovo iPad, torno allo Schlöss dove ho la fortuna di trovare una ragazzina sveglia e intraprendente. Scopro così che qualunque cosa voglia fare ho bisogno delle password di accesso che non possiedo più da una vita. Nel caso le ricordassi, nessun problema: basta comprare un nuovo iPad e poi mi aiuta lei, altro che norme europee. L’iPad lo compro - il meno caro che però sempre caro resta - e da quel momento inizia una battaglia senza un attimo di tregua per il recupero delle maledette password. Sí, perché per ogni operazione bisogna aspettare un codice a sei cifre che arriva con un SMS, ma in hotel dove si svolge la pugna, hai il Wi-Fi in stanza e il campo solo sul balcone dal quale mi sporgo ogni due minuti come un’aspirante suicida.

Alla fine, Apple mi informa che qualcosa accadrà la domenica. Prego e spero. La domenica altri codici ottenuti con difficoltà immani tranne l’ultimo, quello che avrebbe sbloccato il Cloud. Ci penserà il lunedì 20 maggio - la benedizione di Pentecoste - il mio amico Mimmo dopo una mia telefonata al limite dell’isteria prima di passare il Gottardo. Nel Cloud c’è tutto. Sono salva.

Ora, dico io, ma la Apple non potrebbe avvertire i suoi clienti con un breve messaggio, come in Mission Impossibile, a un mese, per esempio, dalla morte dei suoi prodotti che la catastrofe sta per accadere? Sarebbe un gesto di misericordia. O forse, schiavi di questi aggeggi meravigliosi, ci meritiamo tanta sofferenza. O forse io sono troppo vecchia per capirci qualcosa. Adesso, però, ho tutte le password salvate e al sicuro. E intanto immagino Mercurio che si rotola dalle risate.

 


Vi é mai capitato qualcosa di simile? E come ne siete usciti?


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