L’unione fa la (delittuosa) forza.
Delitti di lago 7, l’antologia di un gruppo di autori tra Italia e Svizzera
Per il terzo anno consecutivo faccio parte del ‘delittuoso’ gruppo di una bella antologia arrivata alla sua settima edizione: Delitti di lago, racconti gialli di ventuno autori ambientati sui laghi. Si va dall’Italia, alla Svizzera e persino sul lago Ciad che è piuttosto lontano (a pensarci bene, per la prossima edizione, forse dovrei inventarmi una storia ambientata su Lake Taupo in Nuova Zelanda). Siamo un gruppo coordinato dalla curatrice Ambretta Sampietro che con una forza fuori dal comune ci porta anche in giro qui e là per le presentazioni di rito. Presentazioni che si tengono in special modo sui laghi del Nord-Ovest e sul Ceresio, in Svizzera, ma in futuro tutto può succedere. I diritti, bisogna dirlo, vengono donati all’associazione Gemma Rara di Varese che si occupa di malattie rare.
Ventuno autori, come dicevo, non tutti professionisti della scrittura, ma in gran parte sì, tanto che fra noi si annoverano scrittori di ottimo livello e molti vincitori di premi letterari. Alle presentazioni non tutti riescono a venire per ovvi motivi legati alla distanza e agli impegni di lavoro, ma uno zoccolo duro esiste. È formato da una decina di noi, che poi su ventuno non è poco. Due svizzeri e la sottoscritta - quasi svizzera, se mai lo diventerò - e molte italiane e italiani. Ormai ci conosciamo abbastanza bene, ci prendiamo in giro con garbo e ci aiutiamo a vicenda con passaggi in auto, inviti ad aperitivi o pranzi, cene in compagnia dopo le presentazioni, messaggi sull’immancabile gruppo whatsapp e organizzazione delle presentazioni in comuni e biblioteche dove abbiamo contatti. Sembra quasi incredibile in questo mondo di odiatori seriali - del quale, duole dirlo, anche taluni scrittori fanno parte - che dieci o dodici persone non cerchino di danneggiarsi a vicenda, ma s’impegnino invece a valorizzare se stessi e i propri compagni con affetto, pazienza e reciproca ammirazione. In Italia, secondo me, questa è una cosa rara se consideriamo le immani difficoltà di emergere, anche solo un poco, per chi scrive. Viviamo in un tempo e soprattutto in un Paese dove si legge pochissimo e si pubblica moltissimo (settantamila titolo all’anno, se non vado errata) e dunque la competizione è feroce. E noi?
E noi, invece, no. Perché? Chissà. Forse perché abbiamo scoperto quella cosa meravigliosa che si chiama sintonia. Forse perché con questa antologia abbiamo capito che non dobbiamo vincere una gara a chi è più bravo, ma solo divertirci a raccontare storie che a loro volta divertano o intrighino chi le legge. Forse perché il confronto fra noi è sincero e la simpatia reciproca, nonostante in una certa circostanza, rispondendo a una domanda dal pubblico legata al perché scrivessimo storie così efferate, a me è scappato detto: Perché siamo brutte persone! E va be’, però se la sono cercata, no? In una delle ultime presentazioni qualcuno ci ha chiesto se mariti, compagni, mogli eccetera dormissero sonni tranquilli al nostro fianco. Dovrebbero e lo fanno. Non si immagina neppure lo straordinario potere catartico racchiuso nella possibilità insita nello scrittore di gialli di ammazzare chiunque e nei modi più efficaci e impensabili senza correre il rischio di essere arrestati e condannati. Probabile che mentalmente siamo molto più sani e rilassati della maggior parte della popolazione che non scrive gialli o thriller. A noi non capiterà di covare astio per un torto subito perché, in men che non si dica, trasformeremo la sgradevole avventura in un racconto che punirà il molestatore di turno. Basta scegliere come e dove. Argomento archiviato e pace ritrovata. No. Non siamo brutte persone. Tutt’altro. Ogni tanto, come stavolta, qualcuno di noi salva persino il personaggio destinato a morire e lo vendica o abbandona l’omicidio, con colpevole da trovare e punire, per una storia pur sempre di morte, ma casuale - che poi, se ci pensate, l’altro si può ammazzare anche con le parole cattive, con l’ingiuria e la maldicenza. Qualcuno di noi viaggia nel tempo e narra di epoche diverse. Qualcuno si butta sul noir, altri sul mistero o su vicende storiche che nascondo un enigma. Qualcuno decide persino che a indagare sia un bel gattone rosso. Scambi di persone, fantasmi, ombre ingannatrici. C’è di tutto nelle antologie e per tutti i gusti.
Restano, meravigliosi, unici, cangianti, e misteriosi anche senza il nostro contributo, i laghi. Il Maggiore, che a volte sembra un mare calmo altre in tempesta, con le sue incantevoli isole, i mille anfratti e baie e angoli che non tutti conoscono. Il lago d’Orta, un piccolo gioiello incastonato fra le montagne un po’ come il Ceresio, il lago di Lugano, o quello di Como che ha ispirato nel tempo tanti autori non per forza giallisti. Il Trasimeno, il lago di Varese, il Sirio, i laghi Santa Marta di Vigevano e, come si diceva prima, il lago Ciad. Vero, in tanti, fra mare e lago, preferiscono il mare. I laghi sono stati spesso associati a sentimenti di tristezza, di silenzio, persino di solitudine. Non è così e noi proviamo a dimostrarlo. A forza di cercare cadaveri e assassini, difficile annoiarsi o sentirsi soli sui nostri laghi! E poi, raccontare un delitto non è certo l’unico scopo del nostro lavoro. Chi indaga si sposta e i suoi spostamenti toccano località che ci piace descrivere senza annoiare chi legge, ma rendendolo piuttosto partecipe delle tante bellezze che ci circondano. Così, anche un racconto giallo può diventare un piccolo viaggio in una terra mai vista prima scatenando il desiderio di visitarla. Se possibile, evitando d’incontrare l’assassino di turno.
Se non avete mai letto una delle nostre antologie è venuto il momento di farlo. Non ve ne pentirete, promesso!
L'antologia è disponibile in tutte le librerie oppure per chi volesse acquistarlo online (in versione ebook o in cartaceo) può farlo direttamente sul sito dell'editore Morellini al seguente link: Delitti di lago 7