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Mi piacciono molto i noir, i thriller e i gialli con una particolare predilezione per autori come Ben Pastor, Henning Mankell, Maurizio de Giovanni, Enrico Pandiani. Ma amo moltissimo anche i romanzi duri di Simenon e scrittori come Abraham Yeoshua e Javier Marías. Di quest’ultimo mi piace soprattutto l’insistere sul tema della veridicità del ricordo del quale spero prima o poi di parlarvi nel blog. In realtà leggo un po’ di tutto, testi teatrali, romanzi storici, biografie, saggi di carattere storico/sociale o anche scientifico come Spillover di David Quanmen la cui lettura, per quanto strano possa sembrare, poiché l’argomento trattato sono le terribili malattie che hanno colpito l’umanità nella storia, mi ha molto aiutata durante la pandemia.

Capire il motivo di qualcosa credo aiuti ad accettare la cosa in sé. Ho anche fatto un giro nel fantasy, ma non tutto mi piace. Da ragazza ho letto tanta fantascienza, Isaac Asimov, Ursula Le Guinn e altri. Ora non più. Anzi, mi mette addosso una certa agitazione! Per il resto, visto che scrivo recensioni, leggo davvero di tutto. E tanto. Forse troppo. Provo a stilare una lista di preferiti, ma non sono tutti qui:

  •  I 13 libri di Ben Pastor su Martin von Bora, Sellerio
  • Carambole, Håkan Nesser, Guanda
  • Sherlock Holmes, tutti i romanzi e i racconti, A.C. Doyle, Mondadori
  •  Il signore degli anelli, J.R.R. Tolkien
  • Lo Hobbit, J.R.R. Tolkien
  • Lettera al mio giudice, Georges Simenon, Adelphi
  • La promessa, Friedrich Dürrenmatt, Adelphi
  • Domani nella battaglia pensa a me, Javier Marías, Einaudi
  • Berta Isla, Javier Marías, Einaudi
  • L’amante, Abraham Yeoshua, Einaudi
  • Storia di (quasi) tutto, Bill Bryson, Guanda

Sono una vera patita dei vecchi film in bianco e nero, mi piacciono un po’ tutti, poco importa il genere. Un tempo la RAI aveva il buon gusto di mandare in onda le retrospettive, i meravigliosi film di Ingmar Bergman, ad esempio, o quelli con Fred Astaire che rivedrei così volentieri. Difficile oggi incappare in un bel film giallo/thriller, ma ogni tanto ci si riesce. Però, se proprio voglio consolarmi, ci sono i vecchi e nuovi James Bond che non tradiscono mai o un Hitchcock d’annata con Cary Grant.

Anche qui, provo a indicare alcuni film amati:

  • Frankenstein Junior, Mel Brooks, 1974
  • Victor, Victoria, Blake Edwards, 1982
  • A qualcuno piace caldo, Billy Wilder, 1959
  • Via col vento, Victor Fleming, 1940
  • Un’estranea fra noi, Sidney Lumet, 1992
  • Il fuggitivo, Andrew Davis, 1993
  • Caccia a ottobre rosso, John McThiernan, 1990
  • La vita è meravigliosa, Frank Capra, 1946
  • Fanny e Alexander, Ingmar Bergman, 1982
  • Quando Harry incontra Sally, Rob Reiner, 1989
  • Casablanca, Michael Curtiz, 1943
  • La saga di Guerre Stellari, George Lucas (dal 1977)

Da ragazza accompagnavo qualche volta mia madre ai concerti di musica classica o alle opere liriche al Teatro San Carlo di Napoli, ma non ho mai curato molto la mia educazione per questo tipo di musica, purtroppo. L’ascolto ancora in sottofondo quando leggo o scrivo, ma non spesso. Se qualcosa che non mi distragga deve tenermi compagnia, preferisco brani molto noti o sentiti così tante volte da conoscerli a memoria.

Mi diverte molto guardare il Festival di Sanremo, ma ho poca resistenza. C’è stata un’epoca in cui si organizzavano cene e ascolto per la finale con un tifo da stadio, ma tutto passa.

Tanto per divertirmi, per alcuni anni ho seguito corsi di danza hip hop inclusivi di esibizioni in pubblico. Così ho conosciuto un mondo musicale per giovanissimi che altrimenti mi sarebbe rimasto ignoto e non me ne pento di certo.

  • Keith Jarrett, Il concerto di Colonia, 1975
  • Beatles, tutto
  • Queen, tutto
  • Freddy Mercury e Montserrat Caballé, Barcelona,1988
  • Genesis (formazione originale), tutto
  • Michael Jackson, tutto
  • Francesco De Gregori, La donna cannone, 1978
  • Lucio Dalla, La sera dei miracoli, 1980
  • Mia Martini, Almeno tu nell’universo, 1989
  • Crosby, Stills, Nash & Young, tutto
  • Pink Floyd, The dark side of the moon, 1973
  • Il flauto magico, W. A. Mozart
  • Carmen, Georges Bizet
Tanti e tutti belli, direi. Non solo quelli europei fatti da ragazzina con i miei genitori, ma anche quelli compiuti da adulta con amiche, amici e compagni d’avventura. A parte i quattro anni vissuti in Nuova Zelanda durante i quali ricordo ancora una splendida vacanza alle isole Fiji e le soste a Hong Kong con visita a Macao e full immersion nella cultura cinese grazie ai miei ospiti locali, c’è stata l’America del Gran Canyon - discesa e risalita a piedi in due giorni - della California, Nevada, Utah. Il Quebéc e gli stati settentrionali americani con le cascate del Niagara e i ponti di legno coperti; le Hawaii, l’isola di Bali - non quella turistica della costa, ma l’interno delle risaie, della gente comune; l’India, immensa e terribile nella sua bellezza e miseria; il Nepal con i suoi templi e la vista dell’Everest dai finestrini di un aereo che bucava la coltre di nuvole; la Cina con le sue contraddizioni e i suoi milioni di esseri umani in città perennemente assediate dallo smog, i guerrieri di terracotta, i fiumi come nastri d’argento e le sconfinate pianure; l’Egitto, visitato due volte e ambedue con vera gioia; il Marocco e la Tunisia, la magia del deserto e di montagne che sembravano invalicabili; la Siria e il Libano, liberi a quel tempo dalle guerre; lo Yemen dove sembrava di essere tornati alle origini del mondo; e infine la Birmania, l’ultimo viaggio, compiuto nel 2013 e anche di questo spero di parlarvi presto.